Tu devi considerare questi indovinelli,” la Sfinge disse “e dirmi l’indovinello che non ho rivelato.”
La Sfinge sorrideva, gli ingranaggi nella sua mascella scricchiolanti, i suoi denti un incubo di ruggine. Il suo occhio sinistro tremolò, ma nessuna parte del terrore che esercitava era diminuito. Le rovine erano silenziose. Al
/// ERRORE ///
“Penso,” disse infine, “che l’indovinello che non hai rivelato è questo: perché questi indovinelli esistono in primo luogo? Perché questi automi curiosi, questi bambini muti di Efesto, si comportano come si comportano, costringendomi a elaborare queste soluzioni intricate? Ognuno è un enigma, ma l’enigma maggiore è il loro scopo.”
La Sfinge non rispose. Il suo occhio era ormai privo di vita. Atena lo rimosse dalla sua orbita, sapendo che la sua potenza le sarebbe stata utile, provando anche una profonda tristezza alla morte di questa creatura così spaventosa.